lunedì 29 agosto 2022

Storia di un nuovo Inizio - 2a parte


21 Aprile 2019 - Così con le chiavi in mano, avevo aperto quel cancello e tutti insieme ci eravamo dati da fare per far rinascere quel piccolo angolino di paradiso diventato ormai una giungla. I lavori da fare erano immensi, sia all’interno della futura casa che in scuderia stessa. La priorità principale era la costruzione dei box, e avevamo deciso di costruirne almeno altri cinque, anche perché di più proprio non si poteva fare visto e considerato il mio -ahimè solito- ristrettissimo budget, e tutto quello che ancora mancava: prendere un trattore, smaltire in discarica tutta la spazzatura e la vecchia roba lasciata lì e indubbiamente acquistare materiale come vernici, ferramenta varia, pennelli, legno, ferro e mettere in lista d'attesa gli imprevisti che tanto sarebbero sicuramente arrivati.
In quei giorni di fine aprile mi dividevo tra una scuderia e l’altra, portando avanti le lezioni e i cavalli da una parte e i lavori in cascina dall’altra. Chilometri macinati in quella macchina sgangherata, ormai senza fanali, cinture, con un vetro rotto. Le giornate sembravano sempre troppo corte, ventiquattro ore non bastavano mai e ogni tanto si lavorava fino a tarda sera, anche solo per colorare la porta di un box. Ogni ora era preziosa, i giorni stringevano.
Ai tempi, quando avevo la scuola di equitazione, c’era chi era capace a saldare e progettare, chi a tagliare il legno, chi colorava i muri di casa. Altri si rendevano utili anche solo per portarti un gelato per merenda, o per togliere le erbacce dal parcheggio o tirare giù la sabbia dalle sponde del maneggio coperto. Insomma una grande squadra che si era riunita per il raggiungimento di un solo obbiettivo: essere operativi entro la fine l’inizio di maggio.
In poco più di una settimana la cascina era rinata e sembrava già un’altra. Avevo deciso di chiamarla “Scuderia Cascina Gloria”, dopo aver scoperto che era stata battezzata così nel 1906.
Di glorioso però al momento non c’era molto: spazzatura, rottami, piccioni e i loro escrementi erano ovunque.
Principalmente ci occupavamo della parte cavalli, perché sarebbe stata la prima ad essere utilizzata, mi interessava avere dei paddock e dei box, con il campo coperto agibile per poter iniziare subito a lavorare, perché sicuramente non potevo permettermi di aspettare la fine dei lavori. Le spese aumentavano di giorno in giorno e ricordo come se fosse ieri di non aver mai provato la sensazione di poter dire "ma sì, mi rilasso, me la prendo comoda, tanto ne ho”. Cazzo no. Dovevo assolutamente iniziare a guadagnare per poter sopravvivere, sembrava la cronaca di un fallimento annunciato. Rileggendo queste righe qualche anno dopo, mi torna come un brivido sulla pelle quella sensazione di non sapere mai cosa sarebbe successo il giorno dopo; è difficile da spiegare, probabilmente se non si ha mai avuto il portafoglio vuoto e la testa piena di speranze non la si può capire. Ancora adesso, mi sento triste e sconfortato per quell’inizio poco glorioso, fatto di tanta buona volontà ma di pochi soldi per andare avanti. E se a ventitré anni pensavo fosse una rischio giusto da correre, a quasi ventotto posso affermare con assoluta certezza che avrei voluto fare le cose diversamente, ma per quanto mi possa sforzare di pensarci, ancora oggi non avrei saputo quale altra strada percorrere. Più di quello non c’era: avevo voluto iniziare da solo e adesso ne pagavo le conseguenze.
In pochi giorni ma tantissime ore di lavoro, dopo aver sgomberato da ogni tipo di cianfrusaglia la tettoia, la struttura portante dei nuovi box era pronta e mancava solo più il legno. Ogni tavola che facevo scorrere all’interno del ferro a U di quel piccolo capolavoro, sembrava avvicinarmi sempre di più al giorno in cui finalmente i miei cavalli sarebbero stati lì dentro. I cinque box giù esistenti li avevamo terminati qualche giorno prima, dopo averli ricolorati e rimessi in ordine. I paddock erano pronti, e anche la casa stessa sembrava finalmente essere degna di questo nome. Il trasloco era vicino.
Il 29 aprile arrivava il primo carico di fieno e paglia e al pomeriggio scendeva dal camion tutta la mia squadra di equini.
Con loro dentro era già subito casa.


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