lunedì 12 settembre 2022

Storia di un nuovo inizio - 3a parte

La scuderia iniziava a prendere vita. Il trasloco era terminato, i miei allievi erano già riusciti a renderla più accogliente, riempendo la selleria con le loro attrezzature, e i box con i loro pony e cavalli.
Senza rendermene conto stavo cominciando qualcosa di nuovo anch’io, tutte le mattine mi alzavo e dal balcone della camera vedevo i box nuovi ed i cavalli aspettarmi per dare loro il mangime. Ero abituato a certi ritmi, ma vivere in scuderia ventiquattro ore su ventiquattro era una cosa nuova anche per me. Rileggendo questo vecchio post mi rendo conto di quanta acqua sotto i ponti sia passata; se qualche anno fa vivere in scuderia la ritenevo una cosa eccitante e comoda allo stesso tempo, adesso mi rendo conto di quanto possa essere invece altamente limitante. Non stacchi mai la spina, anche quando vorresti farlo, succede sempre qualcosa. L’unica soluzione è imparare a convincerci!
Nei giorni seguenti iniziavo a capire la routine e fare i conti con tutto quello che per tempo avevo ignorato, perché c’era sempre stato qualcuno che se ne occupava per me. Ore passate sul trattore, per imparare come tirare il campo e come muovere le rotoballe, anche se in realtà sfondavo qualsiasi cosa perché incapace di trovare il freno. I primi mesi, oltre a preoccuparmi delle lezioni, dei cavalli ed ad incentivare il posto con pubblicità e promozioni, ci occupavamo parallelamente della manutenzione per renderlo un po’ più carino per i clienti. Inizialmente ci eravamo preoccupati principalmente della parte “cavalli”, ma adesso era ora di pensare ai dettagli, alle luci, ai recinti, a tagliare prato e piante, ad arredare una club house… Le settimane passavano, io mi occupavo dell’estate ragazzi, disegnavo volantini e avevo in mente tante idee per attirare gente nuova. Open day, feste di compleanno, gare sociali. L’obbiettivo era quello di riempire la scuderia per l’arrivo dell’inverno, perché sapevo che con il freddo poi avrei perso tanta gente.
Mesi passati a rapportarmi con nuovi clienti, nuove problematiche, a fare i conti con i soldi che ovviamente non bastavano mai, saldando vecchi debiti e facendomene di nuovi per acquistare pony nuovi e cavalli. Tassello dopo tassello, risparmiando da una parte e pagando dall’altra, mi portavo avanti. Paga il contratto d’affitto, il geometra, le bollette, fieno, paglia e mangime, salda un debito, paga la rata di quella cosa che ti era rimasta indietro, stacca un assegno, poi un altro, paga l’imprevisto. Sacrificio dopo sacrificio, abbiamo costruito altri paddock, reso più bella la scuderia, rifatto il campo fuori.
Quanti lavori, un pezzetto dopo l’altro, soldino dopo soldino, siamo riusciti a fare. Poco per volta, perché più di così non si poteva fare.
Ero stato catapultato in una vita nuova, una realtà diversa che sono sincero, mai mi sarei aspettato. Quante volte ho pensato che tutto questo fosse troppo impegnativo per me… Quante volte mi sono arrabbiato, demoralizzato e perso d’animo. Quante volte mi sono scontrato con la gente, con la realtà, senza filtri, accorgendomi che sono poche le cose facili e che niente viene mai edulcorato, quindi impari a buttare giù il boccone amaro così com’è.
La scuderia si riempiva e con l’arrivo dell’inverno avevo costruito un bel gruppetto di ragazzi e adulti fissi con abbonamenti mensili. Mi ritenevo soddisfatto. Prima di Natale avevo estinto gran parte dei debiti e iniziavo finalmente a vedere un po’ di luce.
Tante, troppe volte, il mio sogno avevo preso i connotati del mio peggior incubo. C’erano mattine che non avrei mai voluto aprire gli occhi, altre in cui ritardavo la sveglia sempre di dieci minuti. Ogni tanto c’erano giorni che mi sembrava di non saltarci fuori. Ma vai avanti, e continui a modellare il tuo vaso anche se le mani ti fanno male. E speri, speri fortissimo che tutto vada bene. Poi sperare ti accorgi che non basta, e realizzi che devi metterci veramente del tuo, e rendere tutto concreto.
Adesso, ad un anno dall’apertura, guardo indietro e sono davvero felice. Sono stanco, anzi no stanchissimo, ma impari a convivere con questa stanchezza. Rileggo in queste parole la mia disperazione di allora e l’incapacità di gestire le situazioni senza farmi prendere dall’ansia. Purtroppo non c’è nessuno che ti insegna come fare, ci puoi solo sbattere il naso ed imparare a mettere il panico da parte, acerrimo nemico della tua lucidità e della tua produttività.
Con queste parole spero di essere d’ispirazione per chi come me vuole ha in testa un progetto, per chi vuole iniziare una scalata verso il suo sogno in salita.
Io non so se ce l’ho fatta, se ce la farò, ma so che ad oggi, dopo anni di sconfitte e calci nel sedere fortissimi, ho trovato un po’ di pace.

1 commento:

  1. Ti auguro che tutto prosegua come tu desideri e che tutti i tuoi sogni diventino realta'...🐎🐎🐎

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